| Chiesa cattolica
La Chiesa cattolica (dal greco: καθολικός, katholikòs, cioè "universale") è la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma, in quanto, secondo la fede cattolica, successore dell'apostolo Pietro sulla cattedra di Roma.
Il nome richiama l'universalità della Chiesa fondata da Gesù Cristo, la quale viene dichiarata sussistere nella Chiesa cattolica visibilmente organizzata, senza con ciò negare e anzi affermando la presenza di parecchi elementi di santificazione e di verità nelle altre Chiese separate da essa.
Tra le Chiese cristiane, secondo le statistiche, la Chiesa cattolica conta il maggior numero di fedeli a livello mondiale, con un'alta percentuale in America Latina e in Europa.
Panoramica
La Chiesa cattolica nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, 8, del concilio Vaticano II dichiara di essere «l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo apostolico, cioè il Credo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida» e dichiara che «Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui».
La Chiesa cattolica stabilisce il proprio effettivo giorno di nascita già nel mattino di Pasqua, quando Cristo risorto si rese manifesto alle donne e agli apostoli. Da quando gli Apostoli ricevettero lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste essa realizza l'imperativo missionario di Gesù:
« Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. » (Matteo 28,19-20)
La sua diffusione fu rapida e continua in numerose aree dell'Impero romano, anche se venne riconosciuta come lecita solo nel IV secolo con l'editto di Milano di Costantino I. La sua capacità di conversione fu dovuta anche al fatto di voler manifestare la propria religione non come una credenza tribale associata a un particolare popolo o etnia (quale era ad esempio quella ebraica), ma di presentarsi come Ecclesia, comunità di credenti aperta a tutti, indipendentemente dall'appartenenza di ognuno. L'universalità del suo messaggio, tramite cui si fece interprete della legge morale naturale, le consentì di andare oltre le divisioni di classe, di razza, di sesso e di nazione.
La Chiesa cattolica esiste in forma attuale nella Chiesa retta dal vescovo di Roma, il papa, e da tutti i vescovi in comunione con lui; insegna che «il popolo di Dio restando uno e unico si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli» e per questo la «Chiesa cattolica [...] tende a ricapitolare tutta l'umanità [...] in Cristo capo nell'unitò del suo Spirito.»
Informazioni sugli insegnamenti e l'organizzazione della Chiesa cattolica possono essere reperite nel catechismo della Chiesa cattolica, nell'Annuario pontificio, nel Codice di diritto canonico e nel Codice dei canoni delle Chiese orientali.
Dottrina
Il crocifisso, l'immagine di Gesù sofferente sulla croce, si è diffusa nella chiesa cattolica latina soprattutto dopo l'anno mille
La Chiesa cattolica afferma l'esistenza di un unico Dio in tre persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore dell'universo e datore della vita e di bene. L'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è dotato di libero arbitrio, in grado cioè di scegliere fra il bene e il male. Dio ha progressivamente rivelato sé stesso e ha stabilito un'alleanza dapprima con il popolo d'Israele e poi attraverso Israele a tutte le genti portando l'alleanza a pieno compimento in Gesù Cristo il Messia, Figlio di Dio della stessa natura del Padre; Egli ha compiuto l'Antica Legge, e ha portato la nuova Salvezza a tutti popoli, con una nuova alleanza. La Bibbia, che unita alla Tradizione apostolica è la fonte della Rivelazione: immagine della Bibbia di Gutenberg, la prima cattolica a stampa (Vulgata)
L'opera di Gesù Cristo prosegue nella Chiesa cattolica, guidata dallo Spirito Santo e istituita da Dio per la salvezza di tutte le genti.
La missione della Chiesa si esercita con gli insegnamenti, la preghiera, la liturgia e l'amministrazione dei sacramenti attraverso cui Dio offre in dono la grazia. Sono considerate fonti della rivelazione la Bibbia e la tradizione. Per lo sviluppo e l'esposizione della dottrina, vengono considerati autorevoli i canoni di 21 concili ecumenici, di cui i primi sette in comune con le Chiese orientali, e gli scritti dei Padri della Chiesa e il magistero ordinario, con cui il papa insegna in qualità di successore di Pietro.
Una moderna sintesi di tutta la dottrina cattolica può essere trovata nel Catechismo della Chiesa Cattolica, la cui ultima versione è stata redatta nel 1992 sotto papa Giovanni Paolo II da una commissione con a capo il cardinale Joseph Ratzinger, dal 2005 papa Benedetto XVI. Nel 2005 è stato pubblicato il Compendio del Catechismo, con la formula a domande e risposte per una più agile comprensione. La fede cattolica è condensata nel simbolo apostolico che riassume le principali verità del credo.
Storia della Chiesa
Se si pone attenzione soprattutto agli svolgimenti delle istituzioni civili in Europa, e alle relazioni della Chiesa con esse, allora si distinguono convenzionalmente 4 fasi della storia della Chiesa:
storia della Chiesa in epoca antica: dalla nascita con Gesù Cristo, fino al sorgere del Sacro Romano Impero Germanico con Carlo Magno (I-VIII secolo); storia della Chiesa in epoca medievale (dall'VIII al XV secolo): da Carlo Magno fino alla nascita degli stati nazionali assolutistici nel XIV-XV secolo (soprattutto Francia e Spagna); storia della Chiesa in epoca moderna (secoli XV-XVIII): è l'epoca dei grandi concili del XV e XVI secolo, della rottura dell'unità religiosa dell'Europa occidentale, con la nascita del movimento luterano; il periodo termina con la Rivoluzione francese; storia della Chiesa in epoca contemporanea: dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni.
Organizzazione ecclesiastica Suddivisioni territoriali
La Chiesa cattolica è composta da tutti i suoi battezzati, e da un punto di vista territoriale è suddivisa in sedi o chiese particolari, chiamate diocesi nella Chiesa latina ed eparchie nelle Chiese orientali. Alla fine del 2004 il numero delle sedi era 2.755 (Annuario Pontificio del 2005). Le diocesi sono affidate ad un vescovo (eparca per le eparchie), che è considerato successore degli apostoli. A capo del collegio dei vescovi sta il vescovo di Roma, il papa, che è considerato il successore dell'apostolo Pietro.
Il territorio delle diocesi è suddiviso in parrocchie, rette da un parroco o da un amministratore parrocchiale. Con il concilio di Trento (XVI secolo) venne data grande importanza anche alle parrocchie rurali, mentre più anticamente erano state le pievi, raggruppamenti di paesi intorno al centro più grande della zona, a segnare la divisione delle diocesi.
Chiese e riti cattolici
Diversamente dalle "famiglie" o "federazioni" di Chiese formate dal riconoscimento mutuo di corpi ecclesiali distinti, la Chiesa cattolica si considera un'unica chiesa incarnata in una pluralità di chiese locali o particolari, in quanto «realtà ontologicamente e temporalmente preesistente ad ogni chiesa individuale particolare».
La Chiesa cattolica riconosce grande importanza alle chiese particolari, la cui importanza teologica è stata evidenziata dal Concilio Vaticano II; il termine Chiesa particolare ha due usi distinti:
può riferirsi ad una diocesi, che nel Decreto sulla pastorale dei vescovi Christus Dominus viene descritta come: «una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio, in modo che, aderendo al suo pastore, e da questi radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e della eucaristia, costituisca una Chiesa particolare nella quale è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica»; oppure ad una chiesa sui iuris che si differenzia per una maggiore autonomia come riconosciuto dal concilio Vaticano II nel decreto sulle chiese cattoliche orientali Orientalium Ecclesiarum che riconosce le chiese o riti particolari.
L'Ordine sacro
La struttura ecclesiastica cattolica è organizzata secondo tre gradi del sacramento dell'ordine sacro. In ordine decrescente di pienezza essi sono:
Vescovo, che rappresenta la successione degli apostoli; Presbitero (o prete, o sacerdote), collabora con il vescovo come suo sostituto; Diacono, collabora con il vescovo e con i presbiteri nella modalità del servizio.
Questi ordini (insieme, in passato, agli ordini minori) costituiscono nel complesso il clero.
A coloro che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine possono poi essere conferiti altri titoli e cariche che non hanno valore sacramentale, ma onorifico o inerente all'ufficio come, ad esempio: cardinale, arcivescovo, monsignore. Lo stesso si può dire del papa che, è dal punto di vista sacramentale, un vescovo.
Ai tre gradi dell'ordine sacro corrispondono diversi munera ossia poteri quanto alla celebrazione, alla potestà di governo ed all'annuncio del Vangelo.
Il diacono svolge eminentemente funzioni di servizio nel ministero dell'altare, della parola e della carità. Può celebrare il sacramento del battesimo e del matrimonio nonché i sacramentali quali la benedizione o il rito delle esequie.
Il presbitero coopera al ministero del vescovo e ne assume alcune potestà quali la celebrazione dei sacramenti (esclusi l'ordine e la confermazione), dei sacramentali, la presidenza delle celebrazioni liturgiche, l'annuncio della parola e la potestà di governo secondo le indicazioni date dal vescovo. Tra queste la più comune è la responsabilità di una parrocchia.
Il vescovo, infine, ha la pienezza dell'ordine sacro. Amministra in prima persona tutti i sacramenti e sacramentali o può delegare altri vescovi o presbiteri, come nel caso della cresima o dell'esorcismo.
Il papa
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Papa, Primato di Pietro e Primato papale. San Pietro, considerato il primo papa dalla Chiesa Cattolica, in un ritratto di Rubens
La Chiesa cattolica afferma che Gesù conferì all'apostolo Pietro l'autorità ultima su tutta la comunità dei suoi discepoli: secondo l'interpretazione cattolica Cristo conferì a Pietro nei pressi di Cesarea di Filippo il primato sugli altri apostoli e su tutta la Chiesa (Matteo 16,13-20) e lo riconfermò dopo la resurrezione nell'apparizione presso il lago di Tiberiade (Giovanni 21,15-19).
Il contesto del primo episodio è quello della domanda di Gesù ai discepoli riguardo alla sua identità. Alla risposta di Pietro «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», Gesù replica: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nel secondo episodio invece Gesù chiede per tre volte a Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami?», e ogni volta alla sua risposta affermativa replica: «Pasci le mie pecorelle.»
Tali passi sono interpretati dalla Chiesa cattolica nel senso forte di un primato di insegnamento e giurisdizione su tutta la Chiesa, e sono anche interpretati a fondamento della dottrina del primato papale. Essendo stato Pietro il fondatore, o almeno il primo vescovo della Chiesa di Roma, il suo primato si trasmette al suo successore nella stessa sede, quindi al vescovo di Roma.
Il ruolo del papa è andato crescendo nel II millennio, fino a raggiungere il suo apice nel XIX secolo con la dichiarazione sull'infallibilità papale del Concilio Vaticano I.
Secondo tale dichiarazione il papa può esercitare il diritto di dare insegnamenti riguardo alla fede ed alla morale, da ritenere parte del deposito della fede, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il «suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani», e quando «definisce una dottrina circa la fede e i costumi». La cattedra papale nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma
A partire dalla definizione dell'infallibilità del 1870, quest'ultima è stata esercitata formalmente una sola volta dai pontefici, e questo con la promulgazione del dogma dell'Assunzione di Maria da parte di papa Pio XII nel 1950. Tutti gli altri insegnamenti impartiti dai Papi negli ultimi 150 anni non sono stati formalmente definiti "dogmi".
L'infallibilità papale ha portato alla formale accusa di eresia da parte della Chiesa cristiana ortodossa che, nel 1848, e nella figura dei Patriarchi di Costantinopoli, Alessandria e Gerusalemme, unitamente ai loro Sinodi, inviò un'enciclica a Papa Pio IX dove condannava tale dottrina come "eresia" e coloro che la sostenevano come "eretici", sulla base della convinzione che il vescovo di Roma e la sua Chiesa avrebbero abbandonato la conciliarità in favore della monarchia e del monopolio dei doni dello Spirito Santo.
La procedura per l'elezione del Papa e la nomina dei vescovi ha subito numerosi cambiamenti nel corso dei secoli: dai tempi moderni (Viterbo, 1271), il papa viene eletto in conclave dai cardinali, i Principi della Chiesa; a lui compete invece di nominare direttamente i membri del clero di gerarchia più elevata di rito latino, a partire dai vescovi (normalmente dopo consultazione con gli altri prelati). Nelle Chiese cattoliche orientali i vescovi vengono nominati dai rispettivi patriarchi, secondo gli usi locali.
Il papa è assistito nei suoi compiti dai cardinali. Tutti i membri della gerarchia ecclesiastica rispondono a lui ed alla Curia Romana nel suo insieme. Ogni papa continua il suo servizio fino alla morte (ciò valeva anche per gli altri vescovi fino a non molto tempo fa) o rinuncia (che è avvenuta una sola volta, con Celestino V, in tutta la storia del papato).
Il papa risiede attualmente nella Città del Vaticano, un piccolo stato indipendente situato nel centro di Roma, del quale egli è monarca assoluto, e riconosciuto dalla maggioranza della diplomazia internazionale come ambito di sovranità della Santa Sede.
Istituti di Vita consacrata
Nel corso dei secoli si sono sviluppate esperienze comunitarie al di fuori della diocesi, chiamati ordini religiosi, soprattutto configurate in monachesimo, ordini mendicanti fino alla nascita della prima congregazione religiosa che diventeranno via via le nuove realtà comunitarie della chiesa.
I primi, a cui si può dare la nascita in occidente con la Regola benedettina, si svilupparono in un momento di crisi (VIII - XII secolo) come tentativo di instaurare un particolare e più intimo legame con Dio. I secondi, nati durante la riforma del XII secolo si caratterizzano nelle loro diversità per la ricerca di attualizzare il messaggio cristiano nella società: tra questi i carmelitani, i francescani e i domenicani. Non sono mancate, dal XIX secolo, le Congregazioni religiose maggiormente attente ai bisogni dei giovani, degli anziani e di altre categorie sociali svantaggiate. Tra esse spiccano le comunità missionarie, con lo scopo precipuo di diffondere la fede cattolica in tutto il mondo.
Dal IV secolo in poi si ha la nascita dei vari ordini religiosi cosi divisi:
ordini monastici: benedettini, cistercensi, trappisti, certosini, camaldolesi, ecc. canonici regolari: teutonici, premostratensi, crocigeri, ecc. ordini mendicanti: francescani, domenicani, agostiniani, trinitari, carmelitani scalzi ecc. chierici regolari: gesuiti, camilliani, somaschi, ecc.
Mentre per arrivare ad una congregazione religiosa si deve aspettare il XVII secolo, tra le più diffuse:
passionisti salesiani mariani missionarie della carità
Le due realtà degli ordini e delle congregazioni religiose si differenziano per l'emissione dei voti: per i primi essa avviene in forma solenne, per i secondi in forma semplice; formalmente non ci sono differenze rilevanti.
Movimenti, associazioni e prelature
Nel XX secolo ha preso avvio il fenomeno dei movimenti ecclesiali: questi sono associazioni di fedeli ispirate da un carisma particolare e che si organizzano autonomamente dalla normale gerarchia (vescovi e parroci). La differenza fra i movimenti e le associazioni è che queste ultime non sono organizzate autonomamente dalla gerarchia (come invece avviene per i movimenti), ma collaborano con essa in modo integrato e coordinato, partecipando attivamente in pressoché tutti i momenti della vita parrocchiale e diocesana. Gli aderenti ai movimenti, al contrario, hanno un calendario spesso molto fitto di eventi caratteristici del proprio movimento e celebrano fra di loro la messa domenicale, con l'effetto quindi di limitare o azzerare i contatti con la vita parrocchiale e di consentire una partecipazione quasi sempre marginale ai momenti diocesani.
Liturgia
La celebrazione dell'Eucarestia durante la Messa secondo la forma straordinaria del rito romano Liturgia del Venerdì Santo
La liturgia è il culto pubblico della Chiesa. Essa consiste nei sacramenti e nella preghiera pubblica, secondo le feste dell'anno liturgico. Le forme sono molto variate nel corso dei secoli e, fino agli anni sessanta del XX secolo, nelle Chiese cattoliche di rito romano e ambrosiano essa era celebrata in latino, ragione per cui la Chiesa cattolica occidentale era anche detta Chiesa latina. Esistono tuttora altri riti latini, conservati in alcune zone:
il Rito ambrosiano diffuso nell'arcidiocesi di Milano e in alcuni decanati limitrofi, principale tra i riti latini a minor diffusione;
il Rito mozarabico (principalmente nella cattedrale di Toledo, in Spagna); il Rito gallicano o lionese (a Lione, in Francia); il Rito di Braga (o bracarense) (nell'arcidiocesi di Braga, in Portogallo).
Le liturgia varia in base ai riti e alle famiglie liturgiche: il più diffuso, specialmente in occidente, è il rito latino che è anche il più seguito in Italia.
La Chiesa cattolica celebra l'eucaristia o messa in modo particolare la domenica e gli altri giorni festivi come celebrazione solenne e festosa della "resurrezione di Cristo", considerata conseguenza diretta del suo sacrificio sul Calvario. Messe feriali sono celebrate tutti i giorni a parte il Venerdì Santo e il Sabato Santo (giorni aliturgici).
Altro pilastro della preghiera liturgica è la Liturgia delle ore (o ufficio divino), che consiste nella "consacrazione" di ore canoniche nel corso del giorno e della notte. Le principali ore sono Lodi e Vespri, rispettivamente preghiera del mattino e della sera. Le preghiere consistono principalmente in salmi. Possono essere aggiunti da uno a tre periodi di preghiera intermedi (Terza, Sesta e Nona) e un'altra preghiera dopo il tramonto (Compieta), ed un altro periodo variabile dedicato principalmente a letture dalla Bibbia o a padri della Chiesa. Come per la messa, la liturgia delle ore ha ispirato importanti composizioni musicali dal canto gregoriano alla polifonia, fino alle complesse orchestrazioni dell'età barocca.
Culto mariano
La Chiesa cattolica è stata anche il primo e più vasto centro di culto verso Maria, la Madre di Gesù. Il culto di Maria è presente nella liturgia della Chiesa fin dalle origini, sia come oggetto di venerazione in se stesso, sia come elemento potentissimo di intercessione presso Gesù Cristo. Oltre a ciò, Maria è vista anche come modello di imitazione.
Dal punto di vista storico, la sua opera di mediazione tra Dio e l'umanità si spiega con l'investitura che ricevette da Gesù sulla croce, quando venne "donata" agli uomini per farli sentire più vicini a Lui. Soprattutto dopo l'ascensione di Gesù, Maria rimase il punto di riferimento per la comunità dei credenti appena sorta, preservandone l'unità di fronte alle nuove sfide e alle potenziali discordie che caratterizzarono la primissima era cristiana. Il culto verso la Beata Vergine andò poi aumentando fino a quando si arrivò a una notevole diffusione dopo il concilio di Efeso (431), che la riconobbe ufficialmente come "Madre di Dio" (Theotókos).
Nell’Esortazione Marialis Cultus di Papa Paolo VI del 1974 al culto di Maria vengono date le seguenti indicazioni: esso deve attingere il più possibile alle Sacre Scritture, va collocato nel ciclo annuale delle liturgie ecclesiastiche, ha un orientamento ecumenico (volto cioè a promuovere l'unità dei cristiani), e guarda a Maria come a un modello di vergine, di madre e di sposa. Nell’Esortazione sono presenti anche descrizioni e suggerimenti circa la preghiera del Santo Rosario, uno dei principali esercizi attraverso cui la Chiesa manifesta la propria devozione a Maria; sul Rosario è tornato Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 2002 per aggiungere ai quindici tradizionali misteri della gioia, del dolore e della gloria, cinque «misteri della luce» riguardanti la vita pubblica di Gesù (Battesimo, Nozze di Cana, Predicazione del Regno, Trasfigurazione, Istituzione dell'Eucaristia). Giovanni Paolo II nel 1986 ha anche fatto pubblicare un nuovo messale comprendente messe specifiche da dedicare alla Beata Vergine.
La denominazione Chiesa cattolica romana
Per comprendere la denominazione "Chiesa cattolica", occorre dapprima chiarire cosa si intenda per "cattolico".
Il termine cattolico
Tre sono i significati principali del termine "cattolico": etimologico, confessionale, teologico.
Etimologicamente, il termine "cattolico" viene dal greco καθολικός, che significa propriamente "completo", "tutto insieme". Questo è il significato primo del termine, così come viene esplicitato nel Credo niceno: "Credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica...". Con ciò, tutti i cristiani credono che la chiesa sia "universale", ossia chiamata dal suo Fondatore alla diffusione universale del messaggio, Con le separazioni in seno alla Chiesa cristiana originaria, separazioni avvenute già nei primi secoli, ma poi inaspritesi con la separazione dall'Oriente cristiano (1054) e con la Riforma protestante del XVI secolo, il termine "cattolico" ha assunto un significato "confessionale", ad indicare quella parte della Chiesa cristiana, fedele al Vescovo e Papa di Roma, e che riconosce in lui l'autorità suprema della Chiesa. Ciò non toglie che molte confessioni cristiane utilizzano il termine "cattolico" in riferimento a sé stesse in rapporto alla Chiesa universale, dando tuttavia al termine significati teologici differenti.
Il termine compare per la prima volta con Ignazio di Antiochia (I sec.) che si rivolge alla comunità di Smirne: «Là dove c'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa cattolica» (Ad Smyrnaeos, 8)
Storia del nome Chiesa cattolica
Anticamente per Chiesa cattolica si intendevano tutti i cristiani la cui dottrina era considerata ortodossa; Agostino d'Ippona scrisse nel 397 riguardo ad alcune Chiese che considerava eretiche:
« [...] lo stesso nome di Cattolica, che, non senza un motivo, solo questa Chiesa ha ottenuto in mezzo a numerosissime eresie, per cui, benché tutti gli eretici vogliano dirsi cattolici, tuttavia se uno domanda a qualche straniero dove si riunisca la Cattolica, nessuno degli eretici ha l'ardire di mostrare la sua basilica o la sua casa. »
Fino all'anno Mille, prima dello scisma d'Oriente (1054), con il termine Chiesa cattolica si identificava l'intera Chiesa orientale e occidentale, e prima della Riforma protestante il termine "cattolico" non aveva assunto anche il significato confessionale che ha avuto dal concilio di Trento, che può essere considerato l'evento che ha formato la fisionomia moderna della Chiesa, anche in rapporto alle altre confessioni cristiane.
Oggi, in verità, tutte le Chiese cristiane si professano parte dell'una, santa, cattolica ed apostolica chiesa dichiarata nel simbolo niceno-costantinopolitano[senza fonte], non intendendo con questo la chiesa cattolica come confessione. In conseguenza del significato odierno del termine cattolico alcune chiese protestanti preferiscono la dizione Chiesa universale ed aggiungono l'attributo romana alla dizione della Chiesa cattolica.
Uso della denominazione Romana
La Chiesa cattolica venne reputata romana riguardo alla dimensione unitaria e direttiva della Chiesa di Roma per tutte le chiese particolari che compongono la Chiesa cattolica genericamente intesa. Fu cioè denominata "romana cattolica" essendo concepita come fondazione di una dimensione ecclesiale in cui essa si svelava madre e maestra delle chiese particolari.
Secondariamente poi il nome di Chiesa cattolica romana appare nel linguaggio ecclesiale definito e stabilito della chiesa romana medesima anche per identificare la chiesa cattolica nel suo rapportarsi alle chiese separate. Così il termine di Chiesa cattolica romana si diffonde ulteriormente dopo delle divisioni causate dagli scismi irrisolti nella compagine della grande Chiesa del millennio precedente, anche per ribadire un senso e una direzione dell'unità da ritrovare.
Recentemente si è pure diffuso l'anglicismo Chiesa cattolica romana, derivato dall'inglese Roman Catholic Church. Questa denominazione aveva originariamente un significato polemico ed era intesa come un ossimoro dichiarante la limitazione geografica alla pretesa di universalità della Chiesa cattolica, oltre che essere analoga alla denominazione geografica di alcune chiese di stato protestanti. In realtà il termine vi risulta sottostimato, poiché la Chiesa cattolica romana è formata dalla Chiesa di Roma insieme a tutte le chiese particolari, orientali e occidentali.
« L'uso di questo termine composto in luogo di Romano, Romanista o Romista, che hanno acquisito un significato spregiativo, sembra essere comparsa nei primi anni del XVII secolo. Per ragioni diplomatiche è stato usato nei negoziati con Spanish Match (1618-1624) ed appare in documenti formali legati a questo stampati da Rushworth (I, 85-89). Dopo quella data fu adottato generalmente come un termine non controverso ed è stato riconosciuto legalmente anche in designazioni ufficiali, sebbene nell'uso ordinario il singolo termine "Cattolico" sia utilizzato molto di frequente. »
L'uso della re-interpretazione anglicana del termine "cattolici romani" ha in realtà un'origine più antica; uno scrittore di simpatie puritane, Percival Wiburn, usò il termine «Roman Catholic» ripetutamente nel suo articolo Checke or Reproofe of M. Howlet (in risposta ad un gesuita che aveva scritto sotto lo pseudonimo di Howlet); scrisse ad esempio «voi cattolici romani che chiedete tolleranza» (p. 140), «parlous dilemma or streicht in cui voi cattolici romani siete stati portati» (p. 44).
Robert Crowley, anglicano, nel suo libro A Deliberat Answere, pubblicato nel 1588, pur adottando in preferenza termini quali «cattolici romisti» o «cattolici papisti», scrisse anche al riguardo: «who wander with the Romane Catholiques in the uncertayne hypathes of Popish devises» (p. 86).
Altri scritti simili risalenti al periodo poco successivo alla riforma protestante mostrano come termini quali «romano» fossero usati indifferentemente insieme a «papista» da parte di protestanti che rifiutavano l'uso del termine «cattolico» per definire i soli cristiani che riconoscevano l'autorità del papa.
Alcune Chiese cristiane utilizzano comunque il nome Chiesa cattolica anche in discorsi formali e in documenti da esse sottoscritti, ad esempio i documenti scritti in comune dalla Chiesa cattolica e dalla Federazione Mondiale delle Chiese Luterane e nelle "Comuni dichiarazioni cristologiche tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa assira orientale"
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