IL CAPRIOLO DI ORSOMARSO

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fiordiloto1969
view post Posted on 24/11/2011, 19:51     +1   -1




IL CAPRIOLO DI ORSOMARSO



Tra i cervidi presenti in passato nell’area del Parco Nazionale del Pollino si potevano annoverare il cervo (Cervus elaphus) e il capriolo (Capreolus capreolus). Entrambe le specie furono perseguitate fino alla scomparsa della prima, avvenuta circa un secolo e mezzo fa, e alla quasi estinzione della seconda. Oggi il capriolo rappresenta, all’interno del Parco, l’unico superstite di questa grande famiglia, con un’areale di distribuzione molto più ridotto rispetto a quello di un tempo.
E’ una specie con una notevole importanza ecologica per gli ecosistemi forestali del Parco, in quanto preda dell’unico grande carnivoro terrestre rimasto in questo territorio: il lupo (Canis lupus). Oltre a ciò, il capriolo di questa area protetta ha acquistato, negli ultimi anni, una notevole importanza in senso scientifico in quanto rappresenta assieme a quelli di altri due nuclei, presenti in Italia e considerati autoctoni, una possibile sottospecie.

STORIA E DISTRIBUZIONE DEL CAPRIOLO NEL PARCO

Testimonianze storiche sulla distribuzione del capriolo nell’area del Parco del Pollino riguardano segnalazioni sul massiccio omonimo ancora negli anni ‘70 e su quelle montagne che sarebbero diventate più tardi l’ultimo baluardo della sua sopravvivenza e che lo avrebbero reso noto come il "capriolo di Orsomarso". Dopo gli anni ‘70, del capriolo del Pollino si ebbero sempre meno notizie fino a perderne definitivamente le tracce. Poco più tardi, negli anni 80’, si cominciò a parlare di un ultimo nucleo superstite di cervidi, racchiuso in un’area molto impervia estesa circa 26 mila ettari nota come "monti di Orsomarso". Quest’area, situata nel settore sud-occidentale del Parco, è profondamente incisa da valli e corsi d’acqua ed allo stesso tempo ricoperta da estese foreste. Proprio l’estrema asprezza dei luoghi ha consentito la sopravvivenza di questa specie, ridotta oggi a poche decine di individui.
Nonostante la perdita di segnalazioni sul massiccio del Pollino, molto recentemente nuovi indizi, hanno messo in dubbio una completa estinzione del capriolo dai territori montuosi del massiccio, dimostrando malgrado tutto, una capacità di ricolonizzazione dell’antico areale perduto nel Parco.

DESCRIZIONE


Del capriolo del Pollino si hanno poche informazioni dirette. Almeno esteriormente non mostra apprezzabili differenze con quelli di altre aree. Le differenze maggiori riguardano piuttosto la sua ecologia, a causa degli ambienti frequentati. Probabilmente, ma sono ancora ipotesi di studio, i veri elementi di diversità genetica, se questi esistono, sono da ricercare nelle cause che hanno permesso la descrizione di tante sottospecie tra i mammiferi dell’Europa meridionale. Tali differenze secondo gli studi effettuati, sarebbero state originate a seguito delle ondate colonizzatrici provocate dalle ultime glaciazioni e dal conseguente isolamento temporale e spaziale con popolazioni di caprioli di altre aree europee.
Pur nella sua particolarità si può comunque descrivere strutturalmente nella norma considerandolo come il più piccolo rappresentante europeo della sua famiglia. Da adulto presenta un’altezza al garrese compresa tra i 70 e gli 80 cm ed una lunghezza media di circa 110 cm; le femmine invece sono leggermente più basse. Il peso oscilla generalmente tra i 25-30 kg dei maschi ed i 20-25 kg delle femmine. Il colore del pelame degli adulti è rosso-giallastro d’estate e grigio-brunastro d’inverno. Entrambi i sessi presentano una grossa macchia posteriore di colore bianco-crema. I piccoli appena nati sono macchiettati. Sempre negli adulti la muta avviene in autunno e agli inizi della primavera.
Dal punto di vista sessuale, i palchi, presenti solo nei maschi, sono l’elemento maggiormente caratterizzante e differenziante i due sessi. Queste appendici frontali, che negli adulti di 3-4 anni hanno 3 punte, sono a caduta stagionale, per cui ogni anno cadono in autunno e ricominciano a crescere verso dicembre per essere nuovamente pronte a fine marzo. Per tutta la durata della crescita sono coperti da una pelle particolare detta "velluto" che grazie alla forte irrorazione sanguigna permette la crescita del tessuto osseo che costituisce il palco stesso. Il velluto, alla fine della crescita del palco, si atrofizza e cade.

BIOLOGIA


Il capriolo ha abitudini crepuscolari, come la maggior parte dei mammiferi. Utilizza aree di pascolo di transizione tra il bosco e le radure, dove la produttività forestale è maggiore. E’ un animale tendenzialmente solitario; tuttavia, durante l’inverno si possono formare gruppi sociali costituiti da più femmine con i piccoli dell’anno ed un maschio adulto. A partire dalla fine dell’inverno questi gruppi si sfaldano, le femmine cercano aree tranquille dove partorire (evento che avviene tra fine aprile e fine maggio). Contemporaneamente, i maschi diventano territoriali difendendo da altri maschi adulti aree di ampiezza variabile tra 4 e 30 ettari in cui, durante l’estate, si accoppieranno con tutte le femmine intercettate nel suo interno.
La comunicazione intraspecifica è sonora ed olfattiva. Sugli arbusti percossi con i palchi per delimitare il territorio, viene rilasciato un secreto ghiandolare percepito dagli altri caprioli. Dal punto di vista alimentare è un erbivoro brucatore selettivo. Per questo preferisce selezionare le parti più nutrienti di alberelli, arbusti ed erbe, mangiando occasionalmente anche frutti e funghi. Da adulto è predato soprattutto dal lupo mentre i piccoli possono essere vittima di aquile e talvolta cinghiali.

CONSERVAZIONE


L’importanza scientifica del nucleo di caprioli del Parco Nazionale del Pollino, ha spinto il Parco ad avviare un progetto urgente di conservazione e valorizzazione del cervide. A tal fine è stata avviata una ricerca che avrà una durata triennale, per acquisire ulteriori dati sulla specie. Una prima fase della ricerca è stata indirizzata a definire i luoghi, i tempi ed i modi per effettuare una prima operazione di catture a cui saranno legati altri aspetti sia scientifici che di valorizzazione e di conservazione. Le catture permetteranno contemporaneamente di avere individui da avviare al recinto di riproduzione e all’area faunistica di Orsomarso. Altri individui saranno muniti di radiocollari per poter ottenere dati sull’ecologia della specie. Tutta l’operazione avrà come finalità la reintroduzione del capriolo in tutto il territorio del Parco, ma anche quello di fare ritornare la specie in aree esterne dove un tempo viveva. A contorno delle iniziative intraprese, vi sarà la nascita di un museo tematico che sorgerà ad Orsomarso, paese divenuto simbolo della salvaguardia della capriolo.



CLASSE: Mammiferi
ORDINE: Artiodattili
FAMIGLIA: Cervidi
SOTTOFAMIGLIA: Odocoileni
GENERE: Capreolus
SPECIE: Capreolus capreolus (capriolo europeo)
 
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